Martedì, 07 Novembre 2023, anno A

Rm 12,5-16; Sal 130(131) vv.1-2; Lc 14,15-24

L’invito

San Paolo apostolo, nel testo odierno (Rm 12,5-16), ci presenta una sorta di libretto, che possiamo tenere come vademecum, da portare sempre con noi; quasi una lezione di catechismo da memorizzare, da tenere sempre presente. Uno dei pezzi forti, anzi il più forte, è il seguente: “gareggiate nello stimarvi a vicenda”. Questo è il massimo comandamento, che rispecchia l’amore di Dio in noi. La rappresentazione di una gara è quella di emulare nel compiere il bene. Ciò significa che ciascuno di noi deve essere portatore di bene. Che bello se tutti potessimo essere portatori di bene! Usciamo però da questa retorica, da questo semplice modo di dire, e analizziamo il nostro impegno:  voglio essere veramente un portatore di bene? Allora non devo indugiare, non devo perdere tempo, ma devo essere costante, perseverante nella Parola di Dio, devo praticarla e non soltanto leggerla. Studiarla, rileggerla, masticarla, praticarla con le opere, deve essere un esercizio quotidiano. Nel Vangelo Gesù ci invita al banchetto: non accampiamo scuse, ma desideriamo ardentemente sederci al tavolo con Lui, con le nostre fragilità, le paure, le incertezze. Siamo “poveri storpi ciechi e zoppi”, ma chiamati a gustare la sua cena. Buona riflessione. Madre mia, fiducia mia.

17 Marzo 2023, anno A

Liturgia della Parola: Os 14,2-10; Sal 80(81) vv. 6-11.14.18, Mc 12, 28b-34

“Convertitevi!”

1.La parola “conversione” è familiare nelle Scritture, specialmente nel periodo quaresimale, in cui dobbiamo riflettere sul nostro sincero pentimento e sulla necessità di riprendere un cammino di perfezione interrotto. “Torna, Israele, al tuo Dio, poiché hai inciampato nella tua iniquità!”. È questa l’esortazione di Dio, attraverso il profeta Osea; ed è questa la strada giusta da intraprendere, cioè un vero cammino di conversione. Ci riusciremo? Non ci riusciremo? Perché farsi queste domande di tipo esistenziale? Importante è incominciare o riprendere un cammino interrotto. Mettiamocela tutta e andiamo avanti con fiducia, perché, se ascoltiamo il Signore e percorriamo le sue  vie, Egli ci libererà da tutte le nostre angosce. 2.L’amore verso Dio e l’amore verso il prossimo è la condizione indispensabile, per fare un cammino di perfezione. Cari amici, riflettiamo seriamente e percorriamo insieme questo cammino. Preghiera: Signore, dammi istruzioni, perché io possa percorrere le tue vie e possa amare Te con tutto il cuore,  con tutta la forza e possa amare il mio prossimo come me stesso. Amen. Madre mia, fiducia mia.

 

15 Marzo 2023, anno A

Liturgia della Parola:Dt 4,1.5-9; Sal 147, vv.12-13.15-16.19-20; Mt 5,17-19.

“La Parola di Dio corre veloce”.

1.La certezza che il Signore è presente  e si manifesta ogni volta che lo invoco, è la cifra esatta della prima lettura dal libro del Deuteronomio. Leggiamo, infatti: “questa grande nazione  è il solo popolo saggio e intelligente”. Il testamento spirituale di Mosè trova compimento nel Vangelo: osservare la Legge di Dio, farla osservare e tramandarla. Vivere la Legge, cioè la Parola di Dio, come spesso diciamo, non è proprio una passeggiata, perché richiede fede e buona volontà. Non possiamo tramandare una cosa che non viviamo interiormente. 2) Il punto centrale è proprio questo: vivere la Parola, masticarla e praticarla. Il nostro impegno è questo. È perfettamente inutile che ci giriamo intorno con belle parole e false promesse! Non facevano così anche i farisei? Cari amici, viviamo la Parola, mastichiamola,come facevano e fanno i mistici, gustiamola, come ci suggerisce il salmo 33: “gustate e vedete com’è buono il Signore”. Se gustiamo noi la Parola, saremo in grado di farla gustare ad altri.  Preghiera: O Signore, istruiscimi nelle tue leggi e nella tua Parola, perché “le tue parole sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna”. Amen. Madre mia, fiducia mia.

 

 

 

16 Marzo 2023, anno a

Liturgia della Parola: Ger 7,23-28; Sal 94(95) vv.1-2.6-7.8-9 Lc 11,14-23.

Non indurite il cuore”

1.La parola del profeta Geremia non viene ascoltata. Eppure il Signore parla per bocca del profeta! Il popolo ha indurito il proprio cuore e ostenta la sua infedeltà. Il popolo non vuole più saperne di Dio, perché la legge non è un optional, ma è un decreto del Signore, che va onorato. Chi ce lo fa fare? Meglio stare lontano da Dio! Questo è il precetto dell’uomo! Quel precetto, che fa porre la fiducia nell’uomo, piuttosto che nel Signore. 2. A noi  spetta decidere da che parte vogliamo stare: se  seguire il precetto dell’uomo oppure quello di Dio. Liberiamoci, dunque, da tutte le pesantezze del nostro cuore e rendiamolo leggero, offrendo al Signore tutte le nostre iniquità e mettendo ai suoi piedi tutta la nostra vita. Madre mia, fiducia mia.

14 Marzo 2023, anno A

Liturgia della Parola: Dn 3,25.34-43; Sal 24(25) vv.4-9; Mt 18,21-35.

“Non c’è delusione nel Signore”.

1.La preghiera di Daniele è un accorato appello alla misericordia di Dio, per i peccati commessi dal popolo. Ci soffermiamo su un’affermazone forte: “non c’è delusione per coloro che confidano in Te”. Fiducia e perdono sono due termini complementari, che, insieme, formano la struttura portante della nostra fede.  Domanda: quanta fede, quanta fiducia e quanto perdono è dentro di noi? Il Vangelo ci fa assaporare le conseguenze della disobbedienza, che equivale alla malvagità dell’uomo: al perdono ricevuto non corrisponde il  perdono da donare.  Mettiamoci in questa dimensione: immaginiamo la scena, l’azione ...e se fossimo noi al posto di quel tale, al quale viene condonato il debito dal padrone? Il perdono, cari amici, è un architrave, che sostiene la nostra Chiesa. Non facciamo mancare sulla nostra mensa il pane del perdono.  Preghiera: Signore, insegnami a perdonare sempre, perché  davvero “ non c’è delusione per coloro che in Te confidano. Amen. Madre mia, fiducia mia.